La sorella perduta
Domande e risposte

1. Com’è stato l’approccio con il lavoro di ricerca in Irlanda, il tuo Paese natale? Sei rimasta sorpresa da quello che hai scoperto?
Mi è piaciuto molto approfondire i miei studi sulla storia irlandese, perché questo mi ha consentito di tornare a casa mia, nel West Cork, durante il lockdown per il Covid-19. Con molta gentilezza, i miei amici e i vicini mi hanno aiutato, non solo nell’individuazione di luoghi esistenti e testi storici, ma anche nel contattare famiglie con parenti anziani in grado di raccontare com’era la vita quotidiana nel West Cork all’inizio del XX secolo. Ho scoperto che tanto di quello che ho appreso non è stato scritto, ma è stato semplicemente tramandato oralmente di generazione in generazione, in particolare la storia locale vista da una prospettiva femminile. Un buon esempio sono le vicende dell’Irish Women’s Council, Cumann na mBan, che ha svolto un ruolo così importante per la repubblica irlandese, ma i dettagli dei loro contributi stanno venendo alla luce solo ora.

È stata per me una sorpresa scoprire quanto fossero mal preparati gli irlandesi quando hanno iniziato la lotta per l’indipendenza dagli inglesi. È stato anche un miracolo che i volontari dell’IRA, con Michael Collins al timone, siano riusciti a organizzare una tregua quando erano palesemente in inferiorità numerica in termini di manodopera e armi. Gli irlandesi avevano usato forconi ed esplosivi fatti in casa e sfruttato la loro intima conoscenza della terra – in sostanza, la guerriglia. Mentre ho già scritto sulla guerra (come nel romanzo La luce alla finestra, dove ho narrato delle donne britanniche del SOE durante il secondo conflitto mondiale), questa è la prima volta che mi occupo in modo più dettagliato degli aspetti pratici e delle macchinazioni del conflitto militare.

2. Data la complessa storia dell’Irlanda, qual è stato l’aspetto più difficile da trattare?
Il mio obiettivo era arrivare al cuore delle motivazioni delle persone durante i conflitti, e non semplicemente descrivere le molte scaramucce e battaglie che ebbero luogo. Poiché i “Troubles” non sono troppo lontani nella memoria collettiva irlandese, e il tema della Partizione è ancora delicato, non è mai stata mia intenzione schierarmi da una parte o dall’altra, ma semplicemente raccontare le vicissitudini di coloro che hanno combattuto in entrambi i fronti. La mia più grande difficoltà forse è stata quella di setacciare verità e bugie nei testi storici e nei resoconti dei testimoni, in particolare quando si trattava della guerra civile: c’erano, e ci sono ancora, spaccature familiari causate dalla divisione anti-Trattato e pro-Trattato.

3. Quanto ti sei ispirata ai miti di Merope nella Sorella perduta?
Come con tutte le altre sorelle della serie, ho sempre avuto in mente la storia della loro controparte mitica. Merope è forse più famosa per essere la moglie di Sisifo, che fu punito per aver ingannato la morte, essendo stato costretto a spingere un grosso masso su per una montagna, solo per farlo rotolare ogni volta; da qui deriva il termine “Compito di Sisifo”. Ovviamente non ho sottoposto Merry McDougal a questo tipo di matrimonio! Ma il tema centrale delle Sette Sorelle è la fuga delle Pleiadi dall’inseguimento di Orione. Nella Sorella perduta Merry è fuggita per tutta la sua vita da un uomo pericoloso, Bobby Noiro. E come la Pleiade perduta, viene anche inseguita dalle sue stesse sorelle.

I lettori che sono anche appassionati della mitologia e della filosofia greca avranno già individuato allusioni mitiche in tutta la serie, ma questo libro ne è particolarmente costellato. È stata una gioia creare il personaggio di Ambrose perché ho potuto citare i miei filosofi preferiti e approfondire i miti dietro la costellazione delle Pleiadi.

4. Hai avuto fin da subito un’idea molto chiara di chi fosse la sorella perduta dall’inizio della serie nel 2014, o si è sviluppata mentre scrivevi ogni libro?
Sebbene dall’inizio della serie sapessi chi sarebbe stata la sorella perduta in relazione a Pa’ Salt, la sua essenza come personaggio ha iniziato a svilupparsi solo mentre stavo finendo di scrivere La ragazza del sole. Ho sempre pensato che sarebbe stata coraggiosa e protettiva nei confronti della sua famiglia.

5. Trovare una famiglia, biologica o meno, è l’asse portante della Sorella perduta e della serie “Le Sette Sorelle”: hai avuto esperienza di famiglia non biologica?
Per me, i miei figli sono il mio mondo ed essere madre è parte fondante della mia identità. Naturalmente, essere madre non significa limitarsi ad amare la propria prole biologica, ma anche voler nutrire e prendersi cura di chi ne ha bisogno. Sia io che mio marito siamo già stati sposati in precedenza e in tutto abbiamo sette figli, il che significa che ciascuno di essi ha fratellastri e sorellastre; la nostra passione è sempre stata quella di crescerli ed educarli come un’unica famiglia unita e spero che ciò sia uno tra i maggiori spunti di riflessione di tutta la serie: che la tua famiglia, cioè, non si limita ai legami biologici.

6. Hai rivelato che la serie continuerà con l’ottavo libro, Atlas. La storia di Pa’ Salt. Lo avevi pianificato fin dall’inizio?
La serie doveva comporsi di soli sette libri, ma nel corso degli anni la saga è cresciuta a dismisura e i personaggi hanno preso una vita propria. Quando ho finito di scrivere la storia di Electra, sapevo che sarebbe stato impossibile tirare le fila di tutto nel successivo volume. Desideravo fare una cosa giusta e, per rispetto di tutti i lettori che hanno seguito la serie per così tanto tempo, ho voluto dare un seguito alla Sorella perduta con la vita di Pa’ Salt.

7. Come ti sei sentita a rivisitare ciascuna delle sorelle D’Aplièse mentre intraprendono la loro caccia in tutto il mondo per Merry?
È stato bellissimo! È stato come incontrare un vecchio amico che non vedi da molto tempo. Nel caso di Maia in particolare, non scrivevo con la sua voce dal primo libro, uscito nel 2014. Potevo avvertire come il suo personaggio fosse cambiato durante il suo viaggio, e come fosse cambiata anche la sua relazione con le altre sorelle. Nel caso di Ally, sapevo che sarebbe stata una forza trainante nella ricerca della sorella perduta, poiché è la leader naturale della famiglia, e trovarmi lì con lei mentre riscopre l’amore, dopo il dolore che ha vissuto, è stata una delle parti del libro che ho scritto più volentieri.

8. Come hai affrontato la complessità di congegnare tutti i fili della trama e gestire così tanti personaggi insieme?
È stata una sfida importante. Ho dovuto consultare i libri precedenti della serie in modo molto dettagliato per assicurarmi di avere sotto controllo la corretta storia di ogni sorella. In questo volume in particolare ci sono frequenti viaggi tra i continenti e molti personaggi sovrapposti, quindi il processo di editing è stato intenso. Tutto doveva essere verificato più volte, che si trattasse degli orari dei voli, dei fusi orari o di quale sorella fosse presente in uno dei tanti luoghi menzionati. Inoltre, ciascuna “sezione” nel libro si sviluppava attraverso vari livelli di informazione – che si trattasse dell’anello di zaffiro, del background di Mary-Kate o dell’“adozione” di Merry – e dovevo assicurarmi che i personaggi facessero parte della trama nei tempi giusti.

9. Ora sappiamo che ci sarà un ottavo libro: Atlas. La storia di Pa’ Salt. Cosa puoi dirci al riguardo e come ci si sente a sapere che questa avventura di otto anni sta volgendo al termine?
Ci sono così tante storie da raccontare – fin dall’inizio, il mistero principale è sempre stato #whoispasalt? Chi è questo misterioso uomo ricco che ha deciso di raccogliere bambine da tutto il mondo e prendersi cura di loro? Qual era il suo vero nome, da dove viene e chi è Kreeg Eszu? Perché è stato sepolto in mare così misteriosamente?

Adesso abbiamo scoperto le origini delle sorelle adottive e infine l’identità della sorella perduta e come si inserisce in questa strana e disparata famiglia. I lettori esperti potrebbero aver trovato indizi su come tutto si incastri… e ora la storia di Atlas sarà l’ultima tessera del puzzle che farà emergere chiaramente l’intera immagine.
Scrivere la serie delle Sette Sorelle è stata una delle esperienze più incredibili della mia vita. A dire il vero, quando quella notte del 2013 ho avuto l’idea, guardando le stelle, non potevo immaginare di arrivare alla fine di questo viaggio… e ora eccomi, avendo già iniziato a scrivere il libro finale Atlas. La storia di Pa’ Salt. Le sorelle mi hanno regalato tanta gioia dandomi l’opportunità di viaggiare per il mondo e incontrare persone. È molto difficile dire loro addio… ma spero di annunciare presto il progetto per realizzare una serie TV delle Sette Sorelle che terrà le mie ragazze “in primo piano” ancora per molti anni a venire.