La ragazza del sole
Domande e risposte

1. Electra è molto diversa dalle altre sorelle ed è quella apparsa più di rado negli altri libri della serie. È stato difficile trovare la sua voce?
Con La ragazza del sole ho adottato un metodo diverso dal solito: ho cominciato a scrivere dalle parti del romanzo ambientate nel presente invece che nel passato. Avevo deciso di tuffarmi subito nella vita caotica di Electra proprio per prendere confidenza con la sua voce. Fino a quel momento di lei i lettori sapevano soltanto che era una tipina piuttosto suscettibile, che aveva un problema di droga e alcol ed era una top model inconsapevole della propria fortuna. Non volevo nascondere nessuno degli aspetti negativi del suo carattere, anzi il mio obiettivo era mostrare il suo percorso di guarigione e di scoperta interiore e il modo in cui si è gradualmente circondata di affetti autentici. Credo che molti lettori potranno identificarsi con la sua solitudine e il suo lutto, e capiranno che l’abuso di alcol e droga era soltanto un modo di anestetizzare il dolore per riuscire a sopravvivere. Mi piace molto Electra: è spiritosa, imperfetta e piena di passione, e spero davvero che i miei lettori finiranno a loro volta per innamorarsene.

2. In che modo Electra somiglia alla sua omonima mitologica?
L’ Electra delle Pleiadi originali era un tipo che si dava parecchio da fare ed era molto fertile: tra i suoi figli ci sono Iride, dea dell’arcobaleno, e Dardano, fondatore di Troia. Secondo alcuni miti lasciò la sua casa nei cieli per assistere alla caduta di Troia, e quella vista la straziò al punto da offuscare la sua luce, infatti, se la cercate nel firmamento notturno, scoprirete che Electra è una delle stelle meno luminose delle Pleiadi.

La mia Electra non è così. Per la sua personalità mi sono ispirata all’origine del nome, elektra, che in greco significa “ambra”, una pietra che un tempo si riteneva imprigionasse la luce del sole. È un’immagine che riassume il personaggio alla perfezione: un nucleo di energia bruciante e potente che aspetta solo di esplodere. Un’energia che può dare la vita ma anche distruggere… spetterà a Electra riuscire a incanalarla nel modo giusto.

3. Cominciando la serie sapeva già che avrebbe ambientato parte della storia di Electra in Kenya? Come ha condotto le sue ricerche in merito?
Desideravo da sempre esplorare l’Africa e a ispirarmi una fascinazione per il Kenya è stata la lettura di Misfatto bianco e la scoperta della vita decadente della cerchia di Happy Valley, i coloni ricchi che avevano tramutato il Paese nel proprio parco divertimenti. Mi incuriosivano i rapporti intricati tra le varie etnie che convivevano fianco a fianco: i coloni bianchi, i masai, i kikuyu, i somali e gli indiani.
Le ricerche sui masai sono state particolarmente complesse, perché nel descrivere la loro cultura volevo evitare a tutti i costi l’effetto “cartolina”. Ho frequentato i corsi della School of Oriental and African Studies di Londra e mi sono avvalsa dei resoconti degli studiosi della cultura masai, invece di quelli dei colonialisti bianchi. Infine ho visitato il Kenya di persona, per comprendere l’amore e il rispetto che lega i masai in un rapporto simbiotico con la loro terra. Mi affascinavano anche le loro interazioni con alcuni coloni bianchi, per esempio Lord Delamere, che nei primi del Novecento invitava spesso i capi masai ad ascoltare il grammofono insieme a lui, oppure Gilbert Colville, che grazie alla sua amicizia con i masai diventò il più ricco allevatore di bovini nel Kenya. Colville è stato l’ispirazione per il personaggio di Bill Forsythe.

4. Che tipo di ricerche ha condotto sull’era coloniale in Kenya e come le ha inserite nel romanzo?
Prima di visitare il Kenya ho letto le biografie di molte figure chiave di Happy Valley, come Idina Sackville e Alice de Janzé. Mi affascinava soprattutto Kiki Preston, senza dubbio una donna davvero vitale e dinamica del suo tempo, e ho dovuto passare al setaccio tutti i miei libri per scovare qualche informazione su di lei.
Al mio arrivo in Kenya, ascoltando le storie del periodo coloniale condivise da varie persone, mi ha colpito la diversità delle loro testimonianze: è proprio vero che la storia è soggettiva e spesso contraddittoria. Questo ha complicato la scrittura del romanzo, perché non ero mai sicura di quali resoconti fossero davvero accurati, ma per contro l’ha anche resa più facile, perché potevo appellarmi alla licenza artistica per colmare le lacune! La visita al Muthaiga Club è stata uno dei momenti culminanti del mio viaggio, ed è stato magnifico trovarsi nello stesso luogo in cui queste personalità straordinarie avevano ballato, festeggiato, lottato e amato.

5. La ragazza del sole si addentra molto in profondità nel viaggio di Electra attraverso le dipendenze e il processo di guarigione. Il Ranch è basato su un vero centro di recupero?
Volevo ritrarre il processo di disintossicazione di Electra nel modo più accurato e delicato possibile. Ho tratto ispirazione dalle esperienze personali di alcuni miei lettori e li ringrazio dal profondo del cuore per la loro franchezza nel parlarmi delle dipendenze di cui loro stessi o una persona cara avevano sofferto. Il Ranch è ispirato a un centro di recupero che ho visitato per farmi un’idea delle giornate di un paziente. Il metodo terapeutico punta da un lato alla graduale costruzione di nuove abitudini quotidiane, e dall’altro all’analisi delle cause che hanno spinto l’individuo all’abuso di stupefacenti. Trattandosi in gran parte di routine, sapevo che Electra si sarebbe piuttosto interessata agli altri “detenuti”, come li definirebbe lei!

6. È stato più difficile scrivere la storia di Electra rispetto agli altri libri della serie?
Avevo affrontato argomenti “importanti” anche nei libri precedenti: approfondire le vicende degli aborigeni australiani per La ragazza delle perle e dei gitani andalusi per La ragazza della luna è stato al tempo stesso illuminante e straziante, perché mi ha messo davanti agli occhi la loro persecuzione nel corso della storia. Anche La ragazza del sole affronta il tema di popoli emarginati, come i masai, che sono stati privati delle loro terre, gli afroamericani, che hanno subito tante ingiustizie, e il calvario dei giovani tossicodipendenti abbandonati a loro stessi. Le mie ricerche mi hanno spinta a mettere queste vicende in primo piano. E naturalmente ho dovuto affrontare anche dilemmi personali: avevo il diritto di raccontare queste storie pur essendo io stessa bianca e irlandese? Spero che presto vedremo pubblicati molti più libri scritti da autori che appartengono a questi gruppi emarginati, ma fino ad allora mi auguro di aver almeno offerto un contributo costruttivo, sensibilizzando i lettori alla loro causa.

7. La maternità è uno dei temi principali della serie delle Sette Sorelle, e nella Ragazza del sole vediamo molte tipologie diverse di madri. Secondo lei esiste un tipo di madre ideale?
La maternità non ha nulla a che vedere con la parentela di sangue o con la perfezione. Riguarda il fatto di amare un bambino più di se stessi e di desiderare soltanto il suo bene. In questo romanzo Cecily è uno dei miei personaggi preferiti, perché attraverso la maternità scopre la sua passione per l’istruzione come via per migliorare il mondo: adottando una bambina trova qualcuno per cui lottare. Per me è stato devastante scrivere della perdita di sua figlia, Fleur, ma credo fosse necessario, perché è un argomento di cui le donne parlano troppo poco.

All’estremo opposto di Cecily c’è Stella, una madre che antepone la carriera alla sua bambina. Il suo lavoro e la sua dedizione alla causa dei diritti civili aiutano migliaia di persone, ma al prezzo della sofferenza di sua figlia.

8. Attraverso la vicenda di Stella il lettore entra in contatto con le difficoltà affrontate dalla comunità afroamericana nel periodo della lotta per i diritti civili. Qual è stato il suo approccio alla scrittura di queste parti del libro?
Volevo che Electra scoprisse le battaglie ingaggiate dalla generazione di sua nonna per conquistare i diritti civili di cui adesso gode la sua, ma senza scadere in una lezione di storia. Come dice lei stessa, Electra ha sempre associato la storia ai cavalieri e alle dame medievali: non si era mai resa conto che esiste anche una storia che è parte della memoria di persone viventi e che può incidere in modo diretto sulla vita della propria famiglia. I nostri anziani hanno molto da insegnarci, e spero che anche i miei lettori si rivolgeranno ai propri nonni, per chiedere il racconto delle loro esperienze.

9. In questo romanzo ricompare Zed, che ha una relazione con Electra. Il suo ritorno in scena era previsto fin dall’inizio?
So che molti lettori detestano questo personaggio, soprattutto dopo La ragazza della luna, ma sapevo già che sarebbe rispuntato nella vita di Electra. Era nei piani fin da principio, perché sia Zed sia Kreeg Eszu rappresentano il dio greco Zeus, che nel mito seduce più d’una delle sorelle. Anzi, nel caso di Electra, è anche il padre di alcuni suoi figli! Ma una volta intrapresa la via della sobrietà, la mia Electra si allontana progressivamente da lui, perché si rende conto di quant’è negativa la sua influenza su di lei. Significa che Zed Eszu è sparito per sempre dalla storia delle sorelle? Chissà…

10. Ritiene che la serie delle Sette Sorelle abbia assunto una portata molto superiore a quella prevista all’inizio?
I tanti incoraggiamenti e l’entusiasmo dei lettori sono una vera fonte d’ispirazione, e sono sbalordita e commossa dal numero incredibile di persone che in ogni parte del mondo si sono appassionate alla serie. Molti mi scrivono per dirmi quanto sono stati importanti questi romanzi per loro. Sento che si è formata una vera comunità intorno alle sorelle D’Aplièse.

La ragazza del sole si conclude con un clamoroso colpo di scena e lascia il finale aperto. Che cosa aspetta le sorelle D’Aplièse nel settimo romanzo?
Scalpitavo dalla voglia di scrivere l’ultima frase della Ragazza del sole fin dal 2013, quando ho dato inizio alla serie, perciò quando ci sono arrivata ho provato un’emozione fortissima. Scrivere la serie delle Sette Sorelle è stato un viaggio straordinario, e sebbene le singole trame abbiano trovato ciascuna il proprio scioglimento, i segreti al fondo di tutto sono rimasti tali. È stata una grande soddisfazione vedere i lettori più appassionati cogliere gli indizi che avevo nascosto qua e là nei romanzi pubblicati finora, e spero che saranno impazienti di addentrarsi nella soluzione dei misteri di #whoispasalt [chi è Pa’ Salt] e della sorella mancante nel settimo romanzo…